“Intolleranza fottiti” di Tiziana Colombo
“Parafrasando Ludwing Feuerbach, nessuno può oggi negare che siamo ciò che mangiamo. Se il filosofo tedesco usava quest’espressione per criticare la religione, nella moderna società l’affermazione ha acquistato un valore scientifico assoluto nel senso che un po’ tutti riconoscono che l’alimentazione è uno dei fattori determinanti della nostra salute. E questo non perché – per essere banali – senza cibo non si vive, ma perché stare bene o stare male oggi è spesso dovuto proprio a cosa si mangia.”
Questa frase è tratta dalla prefazione, scritta da Alberto Lupini, del libro “Intolleranza fottiti” di Tiziana Colombo e l’ho scelta come introduzione al mio articolo in quanto racchiude un po’ tutto il senso di quello che siamo noi in rapporto al cibo. Più che mai ai giorni nostri la frase “siamo ciò che mangiamo” è veritiera. L’alimentazione è diventata un punto cardine per curare la salute delle persone, ma anche una scelta di vita per altre. Pensiamo al dilagare di celiachia, intolleranze ed allergie, seguite a ruota da scelte di vita intraprese da vegani e vegetariani. L’alimentazione condiziona la nostra salute in primo luogo, ma anche le nostre abitudini di vita, diventando un punto da tenere in forte considerazione non solo nella vita di tutti i giorni in casa nostra tra i fornelli, ma anche nell’organizzazione di gite fuori porta, cene tra amici e vacanze.
Il libro “Intolleranza fottiti” tratta in primis il problema delle intolleranze alimentari. Scritto da Tiziana Colombo, conosciuta sul web come Nonna Paperina, da cui prende il nome il suo sito, parla di queste problematiche. Il titolo, sicuramente forte, è una provocazione urlata, come nella foto di copertina, con grinta ed entusiasmo perché Tiziana è proprio così, un uragano che trasmette energia e non si fa certo abbattere dalle intolleranze alimentari di cui anche lei soffre.
Personalmente capisco questo punto di vista perché, forse per testardaggine e determinazione, io stessa quando ho scoperto di dover eliminare il glutine dalla mia dieta per star bene ho deciso di risvoltarmi indietro le maniche e trovare soluzioni che non mi facessero rimpiangere le mie vecchie abitudini alimentari, e ci sono riuscita. Questi problemi alimentari se non curati possono portare a gravi disturbi per il nostro corpo, ma avendo la fortuna che semplicemente eliminando dalla dieta alcuni alimenti si può tornare a star bene, senza dover prendere nessuna medicina, mi ritengo fortunata.
Il titolo è un mandare a quel paese le intolleranze alimentari, della serie “ho vinto io”, ma per esperienza personale, lo utilizzerei anche per mandare a quel paese le persone che per ignoranza e superficialità criticano o fanno battute idiote in merito a queste problematiche, non rendendosi conto che nessuno ha scelto di avere questo tipo di problemi alimentari e che certe affermazioni possono scoraggiare soggetti più vulnerabili. Giudicare “sfigati”, “poverini”, “eccessivamente paranoici”, “le intolleranze sono un business per far soldi”, “i prodotti senza glutine fanno schifo” o, ultima cosa che mi è stata scritta qualche giorno fa dopo aver pubblicato una crostata senza glutine, latte, lattosio, uova, zuccheri e uova “fate prima a non mangiarli i dolci”, queste persone non si dimostrano certo d’aiuto agli altri, anzi, dimostrano quanto chiusa possa essere la mente umana.
Il libro, oltre a raccontare la storia e l’esperienza di Tiziana, raccoglie una serie di ricette, senza glutine, lattosio, lieviti e nichel, suddivise tra primi, secondi, dolci e pizze e focacce realizzate in collaborazione con gli chef Massimo Bonanomi, Diego Bongiovanni, Oris Portanova e Fabio Silva.
Infine conoscete poi la farina di chufa, di fonio, di mesquite? Sono tutte farine gluten free che troverete in una sezione ad esse dedicata insieme a molte altre, oltre ad una parte dedicata all’approfondimento sulla differenza tra allergie ed intolleranze ed alcuni consigli.
Il cibo influenza il nostro corpo e la nostra mente, non dimentichiamocelo mai! Prendiamo esempio da Tiziana e mandiamo a quel paese le difficoltà e torniamo ad amare il piacere del mangiar bene per stare bene!